La storia dello zafferano, nel corso del tempo, ha visto susseguirsi un’infinità di usi in diverse tradizioni, costumi e medicina. Difatti, la coltivazione più antica dello zafferano risale a 3000 anni fa ed era presente in differenti culture, continenti e civiltà.
Indipendentemente da questo, sappiamo bene che si tratta di una spezia ottenuta dagli stimmi del fiore del Crocus Savitus, una pianta che cresce fino a poco più di 15 cm di altezza. Un lavoro lento, meticoloso e dispendioso in termini di tempo e quantità. Tre fattori, questi, che la definiscono una delle spezie più costose del mondo. Ma sapevi che il suo valore è cinque volte quello della vaniglia e trenta volte quello del cardamomo? Quindi, non è sicuramente un caso la denominazione di oro rosso.
Ma scopriamo qualcosa in più sulla storia dello zafferano, sugli usi antichi nella cosmetica e nella gastronomia.
Origine dello zafferano
Lo zafferano è una spezia che si è diffusa precocemente dall’India. Ma già negli affreschi sulle pareti dei palazzi di Cnosso si può vedere questa pianta, di cui i cretesi erano ghiotti. Infatti, le prime testimonianze indicano che veniva utilizzata come spezia già cinquemila anni fa in Mesopotamia, come dimostrano le tavolette cuneiformi che la elencano come condimento.
In questo senso, l’Egitto è stato, se non la culla, il luogo del mondo in cui la pianta era più apprezzata. Le testimonianze storiche più credibili sullo zafferano in Egitto si trovano in papiri risalenti a 4.500 anni fa.
In Italia, invece, fu Venezia, durante il Rinascimento, a distinguersi per il commercio dello zafferano, che all’epoca era più costoso dell’oro. Un valore molto alto che rendeva irresistibile la tentazione di contraffazione, anche se era punita con pene severe. Addirittura, il re inglese Enrico VIII era un devoto del profumo dello zafferano e puniva addirittura con la morte i falsari.
Storia dello zafferano: ogni popolo aveva un suo rituale
Nel mondo classico antico, lo zafferano aveva un legame divino tra le sue virtù. Si dice che il dio Zeus, ad esempio, dormiva su un letto di zafferano per rinvigorire la sua potenza sessuale e caricarsi di energia grazie alla condizione afrodisiaca che gli veniva attribuita.
Successivamente, i Romani ereditarono questa credenza e versarono lo zafferano sul letto degli sposi o lectus genialis.
Tali abitudini hanno portato i Fenici ad avere l’usanza di mettere un pizzico di zafferano sul velo della sposa il giorno delle nozze per augurarle fertilità nel suo matrimonio. Un ulteriore uso nell’antichità risale ancora agli Egizi e i Greci, quando usavano la rosa di zafferano come decorazione sulle tavole dei banchetti, come racconta Petronio nel Satiricon. Qui gli invitati, reclusi nei loro triclini, venivano “erotizzati” dall’oro rosso.
Ad ogni modo, da questa attribuzione afrodisiaca e amorosa deriva il fatto che il fiore di zafferano è chiamato anche il fiore di San Valentino. Lo zafferano faceva parte di questo attributo e il suo piccolo fiore lilla, con gli stimmi rossi e gli stami gialli, era un tempo una promessa di gioia.
D’altra parte, i Persiani la utilizzavano, secoli prima di Cristo, per tingere tessuti e filati per tuniche, arazzi e calzature. Non solo. Era anche un ottimo deodorante e profumo. In particolare, le giovani donne ricche si spalmavano lo zafferano su parte del corpo e si dipingevano le unghie con l’henné.
È curioso che ancora oggi, in occasione delle celebrazioni religiose sciite, i giovani persiani si scambino una prelibatezza chiamata sholezar, un dolce di riso aromatizzato allo zafferano.
Le proprietà medicinali dello zafferano nella storia
Lo zafferano è una delle medicine più antiche, con proprietà sedative, espettoranti e antispasmodiche, oltre che afrodisiache. Essendo un ottimo stimolante ed emmenagogo, cioè attenua il dolore mestruale delle donne, era così importante in medicina e veterinaria da essere chiamato “panacea vegetale, re delle verdure e anima dei polmoni”.
Insomma, lo zafferano era così prezioso che si rivelò insostituibile persino nell’imbalsamazione. Proprio nei riti funebri serviva come aroma e profumo di eternità. Pertanto, si credeva che l’odore dello zafferano rafforzasse la memoria e contribuisse a far sì che il ricordo della persona amata non venisse cancellato dalla mente.
Soprattutto all’epoca dei faraoni egizi era ampiamente utilizzato in medicina. Imhotep, il medico del faraone Zoser, lo utilizzava nelle sue prescrizioni. Un riferimento fondamentale si trova nel Papiro Ebers del 1500 a.C., rinvenuto in una tomba di Tebe, dove lo zafferano è usato per trattare le malattie degli occhi.
E attenzione, perché alla fine del Medioevo, alcuni lo usavano come droga e i medici del Secolo d’Oro, come Amato Lusitano, sostenevano che la respirazione continua dei componenti dello zafferano produceva un effetto narcotico e poteva persino uccidere una persona.
Storia dello zafferano in gastronomia
L’amore per le spezie pervadeva la cucina del mondo antico. Tra le più apprezzate ce n’erano due che sono ancora oggi popolari: lo zafferano e il prezzemolo.
Infatti, nell’antichità greca era consuetudine rappresentare il partecipante a un banchetto con una corona di fiori di prezzemolo e zafferano per garantire il buon umore, prevenire il mal di testa che i vini antichi tendevano a provocare, e per stuzzicare l’appetito.
In effetti, il prezzemolo è un rimedio per la depressione fin dall’antichità, mentre lo zafferano assicurava una buona prestazione a letto, insieme alla donna amata, una volta profumata con gli aromi.
Oggi è un ingrediente essenziale soprattutto in India, dove viene utilizzato in molte ricette di riso, gelati e dolci. Ma c’è molto di più:
- In Arabia Saudita, il caffè è inconcepibile senza zafferano.
- In Italia, lo zafferano è necessario per il risotto.
- In Svezia, il giorno di Santa Lucia si prepara il pane allo zafferano.
- In Spagna, la paella, la fabada e il pote gallego richiedono lo zafferano.
In sintesi? Lo zafferano è una spezia a cui nessuno ha saputo e sa rinunciare.
Se questo articolo ti è piaciuto prova a leggere anche 10 segreti sullo zafferano